"sono là"... una semplice risposta nel film (l'importante è amare).
una frase banale dall'effetto più potente rispetto a quello voluto dal produttore.
ma il modo in cui l'attrice la pronuncia, la determinazione e l'irritazione con cui la pronuncia conferiscono a questa frase di per sè insignificante una portata superiore al significato originario.
bisogna riconoscere che romy schneider non era un attrice come le altre e che recitando in questo film realizzato da uno sceneggiatore polacco, ha superato davvero se stessa.
il titolo riflette chiaramente la sfida che romy intendeva affrontare rischiando di interpretare la parte ingrata di questa commediante nella fase del declino.
mai come in questo film ha espresso quella che era la caratteristica del suo stile di recitazione: una presenza sullo schermo di tale intensità e di tale spontaneità che facevano pensare ad un rapporto erotico e destabilizzante con la cinepresa.
le tragedie subite dimostrano come romy abbia avuto pochissimi punti saldi nella sua vita- fra questi il rapporto con la cinepresa.
per comprendere ciò occorre risalire all'epoca del cinema muto per trovare un equivalente all'intensità e alla prondità dello stile di romy.
la forza con cui impone il suo viso allo schermo è più un riflesso della sua potenzialità espressiva che il risultato dell'apprendimento di una tecnica del film muto o il prodotto di inquadrature in voga negli anni 70'.
la chiave del suo successo consiste proprio nella sua capacità di condividere le emozioni col publico e di commuoverlo.
romy non cerca di diventare un idolo!
lei voleva infatti solo convincere, creare l'epatia senza ricorrere agli artifici, bensì avvalendosi solo della sua forza interiore.
in ossequio a questo principio inderogabile non esita a cambiare spesso ruolo e nazionalità.
non appena si profila minimamente il rischio di venire relegata ad un solo ruolo stereotipato che sacrificava il suo bisogno di autenticità lei scappa e va dove nessuno se lo aspetta.
ed è proprio grazie a questa determinazione coraggiosa o per meglio dire questa pulsione di tipo affettivo che riesce sempre a crescere professionalmente e ad ottenere ciò che vuole.
da una parte ciò le permette di ottenere dal pubblico un'ammirazione plebiscitaria...ma dall'altra la espone all'invidia e la costringe a stare lontana per un pò dalle telecamere.
sebbene romy cerchi di rimanere artefice del proprio destino a costo di mettersi in pericolo è consapevole di quelle che sono le ragioni dettate dalla contingenza, ovvero la necessità di valutare le proposte di lavoro più consone alla sua carriera e alla sua realizzazione.
il suo incontro con la francia è findamentale in questo senso.
infatti il suo successo è riconducibile sia alla chiaroveggenza dell'industria cinematografica di questo paese che alla tipologia del publico francese.
anche la sua capacità di cogliere le occasioni che le hanno offerto a parigi e non in inghilterra, in germania e nemmeno negli statu uniti dove si è scontrata con non pochi ostacoli è determinante.
E' quindi innegabile che solo la francia è stata l'unica a capire e ad apprezzare il valore di questa personalità.
E' a questo paese che romy deve la sua formazione e la sua statura acquisita a fine carriera.
riesce a dare tanto alla francia cercando di essere come non mai dura ed intransigente con se stessa.
questo rapporto, fra l'altro ne semplice e ne limpido, è basato su una stima reciproca che si approfondisce ogni giorno di più fino a trasformarsi a fine carriera in profondo affetto reciproco.
E' per affetto di questo presupposto che questa donna austriaca riesce ad arrivare così lontano.
lei presagisce forse quelli che sono i rischi di una simile ascesa senza ritorno.
sebbene siano innegabili le differenze fra le varie tappe della sua carriera a più riprese è tutt'ora difficile rilevare con esattezza il cambiamento di romy bambina acqua e sapene e romy matura quando diventa una delle più famose attrici francesi.
non avrebbe senso scovare tracce della doppia personalità dal momento che il presente ha sempre radici nel passato.
infatti in issi non si presagiscono già gli sviluppi futuri della romy destinata a diventare una donna e una attrice complessa?
il succeso sconfinato di questo primo film sarebbe inspiegabile se si negasse ciò e se non si considerasse la sua determinazione a identificarsi nel mestiere di attrice, determinazione percettibile fin dagli esordi.
la freschezza di romy non può non suscitare negli spettatori non solo un sentimento di simpatia ed ammirazione ma anche un vero e proprio fervore.
E' stato infatti necessario aspettare 10 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale per incontrare finalmente una ragazza giovane e simbolo dell'innocenza tanto rara all'epoca capace di infondere fede e speranza....
dopo essere stata la patria di hitler, l'austria cerca abilmente di riguadagnare terreno con romy per soddisfare le prevedibili e notevoli aspettative di espiazione.
romy inizò a muovere i primi passi nel mondo del cinema spinta dal padre, che all'epoca era un attore molto in voga....e visto che aveva abbandonato la famiglia per dedicarsi all'arte voleva forse cercare così facendo di ricucire lo strappo con la figlia.
lo sconvolgimento ebbe inizio nel momento in cui rosemarie scelse il soprannome di romy, soprannome che nell'ambiente cinematografico veniva collegato vagamente all'immagine delle soubrette.
aprioristicamente il nome romy veniva considerato un diminutivo molto infantile se non idiota.
ma per effetto della personalità di colei che se lo affibbiò questa mutilazione venne trasformata in una peculiarità affascinante e nessuno ebbe più motivo di mettere in discussione questa scelta sorprendente.
bisogna ammettere che all'inizio cascava a fagiolo per questo faccino giovanile aperto e commovente anche se non proprio aderente ai canoni di bellezza del tempo.
col passare degli anni però somaticamente romy divenne una donna matura che nulla ha a che fare con la romy riccioluta dei primi film tedeschi.
ma bisognava aspettare che cambiasse pettinatura e che tirasse i capelli indietro per vedere valorizzato il suo viso e non vedere più tracce delle stilizzazioni passate.
questo cambiamento coincise con la sua partenza per l'estero.
infatti la germania non aveva fatto altro che proporle parti mediocri e zuccherose.....
le attrici che partivano e abbandonavano la propria nazione non venivano perdonate...
considerando questi precedenti romy non sottovalutava i rischi a cui andava incontro al momento della partenza per parigi..... il pubblico tedesco che aveva assistito ai suoi esordi vedeva nella sua partenza un tradimento e se la legò al dito.
d'altronde anche il suo rifiuto di girare il 4 sissi aveva già dato adito ad ire.
una tedesca stava facendo nei confronti del paese che l'aveva lanciata quello che aveva osato fare ingrid bergman lasciando holliwood per un avventura in italia.
romy che aveva permesso all'intera austria di lavarsi la coscenza, antepose l'alleanza franco tedesca ai suoi sentimenti patriottici.
legandosi all'attore alain delon che le fece scoprire l'amore romy fece quello che i due stati cercavano di fare a livello politico.
indubbiamente con alain non visse un esperienza coniugale ma il dolore causatole dalla rottura con lui fu per lei profondo e molto significativo anche per la sua crescita.
fino a quando romy non conobbe claude sautet non le fu possibile esprimere pienamente il suo talento.
questo incontro segnò una svolta decisiva.
aveva 30 anni.
fecero insieme 5 film.
per quanto riguarda l'attore michel piccoli col quale lei collaborerà in altri film, rimarrà sempre il suo partner ideale.
spesso è stato fatto il tentativo di trovare il parallelismo fra il destino di romy schneider e quello di un altra attrice tedesca non meno celebre: marlene dietrich che 40 anni prima all'età di 28 anni aveva incontrato fortuitamente a berlino il produttore josef von sternberg.
a parte questo punto in comune, ovvero l'emigrazione di entrambe sorrette dalla convinzione di poter avere un futro all'estero, è difficile individuarne altri sebbene romy schneider sia stata l'unica attrice tedesca capace di ottenere come marlene la fama internazionale.
fù importante per entrambe le attrici gli incontri svolti nella loro vita e il modo in cui si comportarono.
l'essenziale non era tanto il costume di romy nel film (boccaccio 70), bensì il modo con cui se lo toglieva davanti alle telecamere.
un successo quello di romy paragonabile se non di più a quello di marlene...
tutto però subì una brusca battuta di arresto nel 1982 con l'annuncio della morte di romy schneider che giunse immediatamente all'orecchio di marlene dietrich.
questa notizia lasciava presagire quello che sarebbe stato anche il suo destino?
per quello che riguarda romy, molti furono quelli che credendo di averla conosciuta fecero il diavolo a 4 per rivendicare una relazione intima o privilegiata con questa attrice mitica.
ma chi fra tutti i suoi presunti amici può vantarsi di averla davvero aiutata?
nessuno a quanto pare.
una volta tracciato il cammino tutto è già predefinito: infelicità nella vita privata e la morte in un momento di stress.
il futuro non può essere sicuro solo per chi ha un carattere forte.
non vi sono scappatoie e tanto meno motivi di rimpianto.
E' allora forse il caso di parlare di predestinazione?
poche sono le persone che come romy hanno potuto e saputo realizzarsi fino all'ultimo istante della vita.
anche nelle ultime parti che sono state le migliori ha saputo evidenziare il suo talento ineguagliabile.
tramite lei l'opera e il personaggio vivevano e pulsavano nel vero senso della parola.
la simmetria era perfetta..... "lei....era là..."
(queste sono le ultime pagine di una sua biografia)