un articolo su Sissi in cui viene citata la grande Romy

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w romy
view post Posted on 28/8/2009, 10:54




basta...ho deciso....devo andare a visitare la tomba di romy....scusatemi se riprendo frasi che alcuni di voi hanno già scritto...ma sono molto belle....
per romy l'applauso che non finirà mai! vivrà per sempre nel mio cuore!
 
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valentinap
view post Posted on 16/10/2009, 12:21




Inserisco qui un altro articolo del corriere della sera, che mi pare non fosse ancora stato postato:
Bella e significativa l'ultima frase..... -_-


Romy Schneider e quel mito ingombrante

Con buona pace delle guide che durante la visita al castello viennese di Schönbrun si dilungano sulle toilette esposte in bella mostra e cercano la lacrima del turista calcando la mano sul triste destino della malinconica regina, il personaggio di Sissi appartiene più alla fantasia cinematografica che alla realtà storica. Perché i tre film che Ernst Marischka dedicò alla principessa di Baviera andata in moglie all' imperatore Francesco Giuseppe hanno saputo costruire una delle più inossidabili e fortunate mitologie che la cultura popolare ricordi. Meglio di Cenerentola e del suo riscatto matrimoniale, Sissi riesce addirittura a infrangere la logica della ragion di Stato. E nientepopodimenoche dell' imperial-regio governo asburgico. Negli anni Cinquanta, quando la politica faceva tremare il mondo attraverso la guerra fredda, il sorriso sbarazzino di Sissi mandava a quel paese protocolli, convenienze e leggi dinastiche per affermare la forza dirompente dell' amore. E per giunta senza smancerie e romanticumi vari, ma rivendicando un comportamento da «maschio» (Sissi cavalca e va a caccia come un vero uomo) che faceva intravvedere anche un possibile riscatto proto-femminista. Con una conseguenza non indifferente: che la maschera di Sissi si impose sul volto di Romy Schneider per molto più dei tre film del ciclo, restandole appiccicata per anni e tornando a far capolino molto più spesso di quanto lei stessa potesse immaginare, nonostante i film con Welles o Visconti e i chiacchierati amori con Alain Delon. Perché se non è facile entrare nei panni di un mito, uscirne è ancor più difficile.



E un altro articolo del Bnotiziemagazine

Uno dei suoi film più famosi si intitola, Sissi, destino di un’imperatrice; verrebbe voglia, allora, di parafrasare il titolo del film e trasformarlo in Sissi, destino di un’attrice. Anche perchè la simbiosi tra Sissi, il suo personaggio più noto e lei, Rosemarie Magdalena Albach, in arte Romy Schneider è rimasta una delle costanti del grande schermo. Sono passati più di 50 anni, da quel debutto nei panni della giovane imperatrice d’Austria, ma quel ruolo, e sopratutto lei così fresca e bella negli abiti imperiali, sono uno dei passaggi obbligati di tutte le televisioni, che ne perpetuano il mito, che la ricordano anche a tantissimi spettatori che non hanno avuto la possibilità di vedere altri suoi film, ugualmente interessanti, ma meno famosi.

Anche perchè Romy ,proprio in virtù di quel destino cui accennavo all’inizio, è morta 27 anni addietro, a soli 44 anni, mentre era nel pieno della sua matutità artistica, affinata da oltre 60 film interpretati nel corso della sua comunque lunga carriera. Lunga perchè Romy esordi giovanissima, appena 15 enne, agevolata anche dal fatto che i suoi genitori erano due attori. E con la madre lavorò anche, nella trilogia dedicata a Sissi; Magda Schneider (della quale assunse il cognome) era infatti sua madre nelle pellicole girate quando aveva solo 17 anni, essendo nata a Vienna nel settembre del 1938.

Non capita tutti i giorni di diventare una star a soli 17 anni, sopratutto di avere immediatamente fama mondiale; ma la sua bellezza, assolutamente straordinaria, la sua grazia e le naturali doti recitative le agevolarono di sicuro la carriera. Tre sono i film dedicati all’imperatrice d’Austria Sissi, ovvero Elisabetta di Baviera; La principessa Sissi (1955), Sissi, la giovane imperatrice,(1956) e Sissi – il destino di un’imperatrice (1957) tutti e tre per la regia di Ernst Marischka. Tre film in cui la giovane Romy assurge al rango di star e che le valgono scritture a valanga; tra il 1957 e il 1959 gira infatti ben 11 film, tra i quali si segnalano Un amore a Parigi (Monpti), regia di Helmut Käutner al fianco di Horst Buchholz.

Poco prima di morire tragicamente, la Schneider concesse un’intervista alla Tv francese (che potrete trovare in rete su Youtube o Dailymotion); è una donna stanca, quella che si concede al giornalista che la intervista: ha il volto bellissimo affatticato, sembra quasi spenta. Parla con fatica, quasi le pesasse quel doversi concedere alla tv dopo la terrificante morte del figlio. Una donna stanca, triste, che sembra accettare il suo ruolo di star solo perchè le è cucito addosso come una seconda pelle. Una volta aveva detto “« Je risque toujours le tout pour le tout. Je vais jusqu’au bout des choses. Je me donne sans compter. J’aime de tout mon coeur. C’est ainsi ” , “rischio sempre tutto per tutto, vado sempre a fondo nelle cose. Mi dono senza fare conti: seguo sempre il mio cuore, sono fatta così”.

In questa intervista con poco tatto il giornalista le chiese, brutalmente, come avesse fatto a superare lo choc della morte di David; rispose con uno sguardo di una tristezza infinita, dicendo ““Life must go on. My work gives me strength.””, “la vita deve andare avanti, il mio lavoro mi da la forza di proseguire”

 
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31 replies since 9/9/2008, 13:19   785 views
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